Sempre più spesso mi chiedo se noi siamo ciò che vogliamo essere, oppure siamo semplicemente specchio di ciò che la società ci impone di essere.Quante volte ci sentiamo o ci siamo sentite inadeguate, non all’altezza, in imbarazzo o semplicemente fuori posto?
A me è capitato molto spesso.
Ho molti ricordi legati anche alla prima infanzia: c’era la zia che non vedevo mai, ma che pretendeva di essere abbracciata e baciata, c’erano gli amici di famiglia che dovevo per forza frequentare, entrando in case che sentivo respingermi, appena varcato l’uscio. E poi c’era la scuola: ricordo perfettamente il mio desiderio di isolarmi, di rimanere nel mio guscio e, per questo motivo, pur rispettando tutte le regole, venivo tacciata come asociale, subendo insulti e scherzi dai compagni. Non reagivo quasi mai; speravo forse che, non reagendo, prima o poi si sarebbero stancati e mi avrebbero lasciato vivere in pace, ma non si stancarono facilmente, proseguendo fino alla terza media ed io continuai a sentirmi sempre più inadeguata, sempre più isolata, sempre più diversa.
Ma perché ci sentiamo così diverse… e poi diverse da chi? Chi ha stabilito cosa è normale? Normale (per definizione da dizionario) è colui che vive e si comporta in modo conforme alle consuetudini e alle regole comunemente accettate, senza stravaganze o atteggiamenti anticonformisti.
Dunque, se io seguivo le regole, perché ero considerata diversa? E, soprattutto, perché mi sentivo diversa?
Allora non riuscivo a comprendere che ciò che siamo non può esserci imposto: una brava studentessa, una brava moglie, una brava mamma… perché dobbiamo necessariamente rispettare regole non scritte, ma in uso e conformarci a ciò che ci dicono di essere?
Io sono perché sono, non perché altri mi definiscono.
Detto così sembra un concetto chiaro, facilmente comprensibile, ma, per comprendere davvero il suo significato più profondo, dobbiamo lavorare su noi stesse, partire da noi, smontarci pezzo per pezzo, mettere in discussione tutte le nostre certezze, esplorare le grotte più buie e profonde della nostra anima, incontraci davvero, guardarci in faccia, senza pregiudizi e amarci per quello che siamo.
E’ un lavoro lungo, lento, faticoso, ma indubbiamente il più bel dono che possiamo fare a noi stesse.Non riguarda solo l’autostima, qui si tratta proprio di ascoltare ciò che la nostra anima ci suggerisce, di ascoltare la nostra pancia, il nostro cuore. Ma… come fare? Da dove iniziare? Iniziamo da ciò che non ci piace. Perché devo farmi andare bene a tutti i costi qualcosa che mi fa stare male, che mi fa venire il mal di pancia, che mi porta solo sofferenza? Qualcuno potrebbe suggerire: ciò che arriva è una prova, è uno specchio e riflette quello che dobbiamo migliorare di noi stesse. Va bene, può essere. Ma se, in questo momento, quella persona o quella situazione mi fanno solo soffrire e, in questo momento, non riuscissi a comprendere la lezione che sta dietro? Se amo me stessa devo poter prendere distanza da ciò che mi fa stare male.
Io mi amo nella misura in cui scelgo il bene per me stessa.
Non è egoismo. Si tratta di salvaguardare la nostra anima, la nostra essenza, il nostro vero essere. Quando noi stiamo bene e viviamo in equilibrio, diventiamo dispensatori di gioia e luce per chi ci circonda.Come potremmo fare del bene agli altri, se non stiamo bene noi? (Ama il prossimo tuo come te stesso. cit.) Come ci accorgiamo che qualcosa non va? Ognuno hai il suo modo… io, ad esempio, sento una contrazione a livello di stomaco e avverto come una campana stonata… invece di fare din din … fa doooon doooon!
Provate, ascoltatevi e magari annotate le vostre sensazioni. E’ qualcosa che è già dentro di voi, dovete solo ricordare come sintonizzarvi.Dunque, una volta individuato il modo che ha la nostra anima di dirci questa cosa non va bene, possiamo restare in ascolto per comprendere ciò che invece va bene.
Io, per esempio, sento vibrare qualcosa dentro di me. Vi è mai capitato di ascoltare una canzone e di avere l’impressione che quelle parole siano state scritte per voi, quasi da voi? Oppure leggere un libro, un post, una poesia e comprendere fino in fondo il significato di ciò che state leggendo?Quella è la vibrazione! Sentire la vostra anima in sintonia. A volte ci capita persino entrando in una casa mai vista o incontrando una persona mai incontrata prima.
Dando fiducia al nostro sentire più profondo, affineremo sempre più la nostra percezione. La chiave dunque è la fiducia; Io credo che, in qualche modo, la fiducia vada oltre l’amore. Possiamo amarci, ma il vero salto di qualità è credere in noi stessi.
a cura di Marilena Taormina: scrittrice, Moon Mother ,ricercatrice del femminile e Pranic Healer.
Bellissimo Marilena, davvero credo che tutte noi donne dovremmo credere molto di più nelle nostre sensazione più profonde, non avere paura di sbagliare o di andare controcorrente. Avere coraggio di essere noi stesse!
Ciao, sono felice che ti sia riconosciuta ❤️ Hai giustamente toccato un altro punto dolente: la paura.
È la paura possiamo superarla
solo avendo fiducia.
Grazie Marilena ! Questa sono io quella ragazza che hai descritto. Ma alla fine sono arrivata a capire che bisogna crederci in noi stessi, in quello modo riusciremo arrivare o proseguire il nostro cammino o in quello che vogliamo essere. Anzi capire perché siamo qui in questo mondo ! Grazie 🥰🙏
Grazie a te Ewelina, siamo molte, sempre più numerose a scegliere ogni giorno di metterci in gioco, di ascoltarci.
La domanda “Cosa ci faccio qui? “ credo sia fondamentale e la risposta è meravigliosamente unica per ognuna di noi 💖